Un buongiorno mesto stamattina.
Un pensiero particolare ai miei corregionali che stanno vivendo momenti drammatici fra neve, terremoto e allagamenti, in maniera speciale alle persone a me molto care che sono ancora isolate e senza corrente dopo oltre tre giorni.
Un pensiero a tutti coloro che, già provati dal terremoto, stanno vivendo momenti difficili, prostrati fisicamente, mentalmente ed economicamente.
Grazie alle persone che stanno portando soccorso e che sono sempre, in ogni situazione, l’anima più bella e vera di questo Paese che, a parte il cuore delle persone, non ha più molto da offrire. Le istituzioni e la burocrazia sono un cancro metastatizzato che, mosso dall’avidità, sta distruggendo l’organismo che lo ospita, facendoci rimpiangere i tempi in cui il male conviveva in maniera più o meno simbiotica con coloro che, grazie al sudore e al lavoro, permettevano a chi voleva mangiare di farlo, ma lasciando ai singoli almeno la dignità, o una parvenza della stessa.
La politica e la burocrazia hanno messo questo Paese in ginocchio e non sono ancora paghi. Non c’è più nemmeno la forza di ribellarsi, di combattere, perché quando togli il pane e la dignità alle persone, le indebolisci a un livello profondo, le prostri, togli loro la speranza e, di conseguenza, la forza che viene impiegata tutta per sopravvivere e a fine giornata non ne resta per fare altro.
A nessuno importa più delle persone. Che vivano in una roulotte a causa del terremoto o sotto un ponte perché hanno perso tutto, a nessuno fra politici e burocrati importa qualcosa. Loro sono sazi e pensano solo alla percentuale che possono perdere o guadagnare quando torneremo a votare, anche e soprattutto quando fanno finta di difenderci. Perché fanno finta, appunto e non bisogna illudersi del contrario, è pericoloso.
E si è semplicemente ogni giorno più soli in questo Paese che merita di essere lasciato a loro, per vedere cosa mangeranno e dove lucreranno quando gli onesti non ci saranno più. Forse finiranno per divorarsi a vicenda e sarebbe uno spettacolo da guardare, chissà, da una tv che trasmetta in un’altra lingua. Tanto l’hanno anche detto che è meglio se ce ne andiamo.
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