Il pirata col pulcino nel taschino

Il Pirata col pulcino nel taschino

di Giordano Alfonso Ricci

 

Un altro libro che avevo nel Kindle da un po’, a dire il vero da quando è uscito. Non era finito però nel dimenticatoio, tutt’altro. Sapevo che il Pirata era lì, un mezzo sorriso sornione e il sigaro fra le labbra. Sapevo che lo avrei letto. Ma ho voluto se non altro tenermi stretta l’unica scelta che avevo perché da estratti letti qua e là avevo colto qualcosa e non ero ancora pronta ad affrontarlo.

Perché? Perché i libri G. sono qualcosa in più di semplici libri. Possono piacere o non piacere, ovvio, ma in entrambi i casi il motivo è uno e uno solo: ti fanno da specchio, ti mostrano qualcosa di te. Se quel qualcosa non lo vuoi vedere, il libro non ti piacerà. Altrimenti riderai, piangerai, ci starai male, il cuore mancherà un battito e se ne andrà per un po’ da qualche parte, a riaprire quella scatola che abbiamo tutti.

Ho avuto modo di leggere il precedente libro di questo autore (trovate la recensione qui) e lo conosco virtualmente attraverso i social. Ma questa non è una recensione di favore, non ne faccio mai, lui mi odierebbe se la facessi e so che non è quello che si aspetta da me. Gli ho promesso che gli avrei detto sinceramente le mie impressioni perché, da autrice, so cosa significhi rileggersi attraverso chi ti legge.

E allora… eccomi!

 

Trama

 

Questa è la storia di G., un uomo come tanti alla ricerca del modo per affrancare il suo vissuto duro e oscuro. Il fallimento del suo matrimonio gli toglierà i pochi punti d’appoggio sui quali aveva tenuto in piedi la sua vita e decreterà la sua chiusura alle porte del cuore. Diventerà un moderno pirata a cavallo della sua moto nera. Ruberà e deprederà l’amore dovunque lo incontrerà, in una spirale erotica che lo ricaccerà nella lotta contro i suoi fantasmi più oscuri.
La sua vita apparentemente di successo è fatta di aride contraddizioni e della perpetua lotta tra bene e male.
Girerà ovunque portando con se un pulcino nella tasca della sua camicia nera. Combatterà l’amore per due donne: una proveniente dal suo passato e dal suo dolore e l’altra per la quale fabbrica rose di carta stagnola, ma che rappresenta la porta aperta del suo personale inferno.
E’ la storia di un uomo che si batte per capire la sua vera natura. Quale sarà? Quella del pirata che ruba l’amore o forse quella del lupo che si porta dentro? O forse nessuna di queste…perché lui è semplicemente G. : il pirata col pulcino nel taschino.

 

E adesso… da dove comincio?

 

Qui dentro c’è tanta roba, ma proprio tanta. Mi sarebbe venuto da dire che, messa così, la trama non rende giustizia al contenuto, ma poi ci ho riflettuto e ho pensato che non c’è modo di condensare in poche righe la storia che vi aspetta e i diversi piani di lettura. Perché c’è la storia in sé e già quella è tosta, ci sono le diverse sfaccettature che il protagonista ci mostra svelandosi completamente eppure non mostrandosi, c’è il dolore personale e c’è un dolore più grande.

In più mi devo sforzare di non dire più di quanto non sia nella trama perché, nel caso decidiate di leggerlo, vi toglierei quello che è giusto scopriate da soli.

 

G. e il drago

 

Come la racconti la vita di un ragazzo pieno di sogni, un ragazzo come tanti, che da un giorno all’altro si trova, suo malgrado, catapultato tra le atrocità di una guerra, quella di Sarajevo, che non so se sia stata peggiore di altre, non c’è una classifica di atrocità che si possa fare, la guerra non appartiene agli uomini eppure solo gli uomini sanno compiere simili crimini.

Io (e chi non è stato lì) so quello che raccontavano i giornali e la televisione, ma il dolore per procura non è dolore per quanto forte possa essere l’effetto che ha sulle nostre vite normali. Quel ragazzo non voleva essere lì, in una guerra che non era nemmeno sua, ma di cui è diventato carnefice e vittima senza poter opporre resistenza.

G., questo è il nome del protagonista, è sopravvissuto, ma non è più quel ragazzo dal preciso momento in cui ha detto: “Signorsì”. È un uomo che in qualche modo ha provato a costruirsi una vita “normale”, anche se il drago con cui combatte ogni notte è lì a ricordargli che loro due hanno una guerra personale ancora in corso. Una guerra che G. sa di non poter vincere. Una guerra che distrugge tutto quanto prova a costruire e che non fa altro che sovrapporre macerie su altre macerie, dolore su altro dolore.

Così, dopo un passato di guerra che ha lasciato il segno indelebile sulla sua vita e un altro passato, anch’esso doloroso, ma di cui non vi svelo nulla, ecco che G. si trova a dover affrontare la fine del suo matrimonio. È a questo punto che lo incontriamo, all’inizio del romanzo. Questo è il momento in cui si risveglia il drago ancora una volta e in cui G. decide di diventare un Pirata.

Un Pirata scippa, ruba, prende ciò che vuole senza curarsi di altro che non sia il soddisfacimento del suo bisogno ed è quello che G. fa con il corpo delle donne, usando quelle che sono disposte a lasciarsi usare, cercando disperatamente di dare vittime in pasto a quel drago che ha sempre più fame. Il tutto facendoci credere che quella sia la vita migliore, quella che gli piace e che ha scelto, lui che non ha avuto scelta e che cerca, ancora una volta, solo di sopravvivere.

 

L’anima di G.

 

Ma l’anima di quel Pirata si mostra, anche se lui crede di non averla. Si mostra in ufficio con Federica e Michele, amici di una vita e suoi soci. Quelli che gli sono stati vicino, che lo conoscono e che lui tratta spesso male, ma solo perché sono le uniche persone che ancora sopravvivono alle fiammate del drago e con loro può mostrare la scorza ruvida che serve solo per celare e proteggere l’umanità profonda che lo contraddistingue e che è stata ferita a sangue.

E l’anima la vediamo quando, in quel ruolo di Professore universitario che tanto odia, G. si rivolge agli studenti. Non a tutti, ma solo a coloro disposti a imparare e a lottare duro per farcela da soli. Quei ragazzi che sono lo specchio di quel ragazzo partito alla volta di Sarajevo e a cui G. cerca di dare quanto di più prezioso ha da donare oltre il sapere: la forza, il coraggio e la possibilità di un futuro costruito con le proprie mani.

 

Marjia

 

E mentre il nostro Pirata scorrazza in moto e giubbotto di pelle con il suo sigaro, sempre a caccia e sempre pronto a depredare, per Marjia G. scrive poesie e fa con le sue mani piccole rose di stagnola che sono la vera poesia del romanzo. E Marjia, la donna venuta fuori proprio da quella martoriata terra in cui G. pensa di aver seppellito la sua anima, la donna dilaniata, inquadrata in etichette sociali che nulla hanno a che fare con la sua vera essenza, diventa il riflesso stesso di G. Entrambi, da parti opposte, convivono con i morsi di un orrore che resta nelle ossa. Marjia potrebbe essere quel faro di cui G. ha bisogno, una donna vera, sporcata eppure rimasta candida.

 

Il pulcino, l’asino e la volpe

 

E questi, mi spiace, ma non ve li posso svelare. Però ci sono, ci sono davvero. C’è un pulcino che G. salva da morte certa, una volpe con cui fa un patto e un asino… be’, taccio o vi svelo davvero troppo.  Ci sono e attraverso di loro emerge forse il senso più profondo e sottile di questo romanzo, almeno per me.

Non so quale sarà il vostro, ma quello mio, quello personale è che non esiste il buono e non esiste il cattivo. Esistono entrambi, in ognuno di noi e sta a noi capire quando è il momento di combattere il nostro drago per non soccombere o metterlo a dormire per un po’.

Non posso dire che questo libro mi sia piaciuto. Questo non può essere un romanzo che piace. Lo si ama o lo si odia.

Io l’ho amato. Visceralmente e con tenerezza.

L’ho letto prendendomi il tempo giusto, impiegandoci tempo, con delicatezza e con rispetto perché è così che si entra nel cuore delle persone e nella loro vita.

Per chiudere, voglio dire una cosa a te Giordano Alfonso Ricci. Non so quanto possa essere stato facile o difficile scrivere questa storia. Però grazie, dal profondo del cuore grazie di averla donata al mondo e non aggiungo altro perché ci sono emozioni che vanno vissute in silenzio e, in questo caso, è un silenzio condiviso tra chi ci ha messo il cuore e chi, leggendolo, ha potuto accarezzarlo per un attimo.

Il libro è disponibile su Amazon cliccando qui.

Con il cuore, sempre Elisabetta Barbara De Sanctis cuore

Elisabetta Barbara De Sanctis firma