Veleno nelle gole 

Veleno nelle gole

 

È da diversi giorni che ho terminato di leggere Veleno nelle gole di Simona Barba e Gisella Orsini e, se fin dalle prime pagine sapevo già che avrei dedicato una riflessione a questo libro, ho dovuto però lasciar sedimentare le emozioni prima di riuscire a commentarlo. Perché mi ha fatto a pezzi il cuore, aprendo ferite che fanno molto male.

Innanzitutto ecco di cosa tratta questo libro.

 

Trama

 

Anni ‘70. Un incidente nello stabilimento industriale dove lavora come chimico e altri avvenimenti drammatici travolgeranno la vita di Lorenzo, che non riuscirà più a placare il suo bisogno di giustizia e di conoscenza. Una verità scomoda lo porterà a scontrarsi con la complicità silente di una cittadinanza che, di fronte al rischio della perdita del lavoro, sceglierà di rinunciare persino alla salute. Una lotta contro un mondo avviato verso lo sviluppo a tutti i costi.

 

Le mie riflessioni

 

Veleno nelle gole è un romanzo breve e che si legge d’un fiato, scritto con uno stile sobrio e asciutto, quasi da reportage giornalistico e la scelta è azzeccata perché la storia emerge così in tutta la sua brutalità. Un modo per raccontare una verità scomoda, senza veli, senza edulcorare nulla, tacendo molte cose che il lettore sa e che non può ignorare, come invece hanno fatto gli abitanti del paese di B., come abbiamo fatto tutti noi. Come facciamo troppo spesso.

Ogni riferimento al mondo reale è puramente casuale si legge nel libro. È così. È un romanzo di narrativa, eppure chi legge sa che i crimini ambientali esistono e che la morte come effetto collaterale del profitto non è finzione in questa nostra Italia e questo dona ancora più drammaticità a una storia che fa venire i brividi.

Lorenzo, il protagonista, non sa nulla. Vive in un mondo perfetto, un mondo in cui ogni giorno si incastra in una realtà personale e sociale in maniera altrettanto perfetta. E in un mondo perfetto non ci sono risposte da cercare perché non ci sono domande da porre. Tutto semplicemente è.

Cosa accade però in un sistema perfetto quando si insinua un elemento di turbativa? Qualcosa che Lorenzo potrebbe non cogliere, così come non lo colgono i suoi colleghi, i suoi compaesani, la sua famiglia, negando quella che è un’evidenza sotto gli occhi di tutti, ma che tutti ignorano, anzi scelgono deliberatamente di ignorare. Ma Lorenzo, suo malgrado, questa volta non può non porsi delle domande, domande a cui arrivano risposte.

Nel momento in cui la realtà si s-vela al protagonista, ri-velandosi per gli altri, ho ritrovato traccia del dramma di Vitangelo Moscarda di Uno, nessuno e centomila di Pirandello, comune a tutti i personaggi del grande Autore siciliano, antesignano del “pillola rossa o pillola blu” che svela Matrix a Neo o alla presa di consapevolezza di Truman Burbank in The Truman Show.

 

Chi è disposto a vedere?

 

E così come accade ai personaggi di pirandelliana memoria, anche per Lorenzo, quando si crea lo strappo nel cielo di carta, si ha la perdita del centro, lo smarrimento di ogni punto di riferimento, l’impossibilità di continuare a ignorare una realtà che è ormai davanti ai suoi occhi, laddove è sempre stata, celata ad arte, certo, ma in fondo non impossibile da vedere. Per chi è disposto a vedere.

Intorno a Lorenzo ruotano altri personaggi, molti dei quali avremmo voglia di prenderli a sberle, urlando loro che è il momento di scuotersi. Di sapere. Di lottare. Il momento di essere liberi e non più servi complici del sistema. Tra questi però la figura di Alice e quella di Lara M., la figlia della maestra coraggio, spiccano per forza e valore, regalandoci due autentici camei di straordinaria purezza.

Chiudo questa mia riflessione con un bellissimo e profondo pensiero tratto dalla Prefazione, a cura di Riccardo Condò, l’Editore:

Veleno nelle gole è un romanzo di denuncia e resta un romanzo, ma racconta la storia e il presente dell’Italia, dove le scorie tossiche dell’ignoranza e del profitto hanno corroso le coscienze.

(Riccardo Condò).

Ringrazio di cuore l’amico Mauro De Flaviis, direttore del mensile Il Sorpasso Montesilvano, per avermi dato la possibilità di conoscere questo libro che mi ha lasciato un segno doloroso, ma è una ferita che deve esserci e deve restare aperta perché è da lì che parla la voce della coscienza.

Ringrazio Simona Barba e Gisella Orsini per aver avuto il coraggio di raccontare questa storia e di averlo fatto in maniera così autentica e drammatica. Avete regalato al lettore non solo un romanzo, ma uno spunto di riflessione profonda e la possibilità di una presa di coscienza necessaria.

Un romanzo che ogni lettore italiano dovrebbe leggere. Un romanzo che ogni lettore abruzzese non può non leggere.

 

 

Scheda libro

Veleno nelle gole 

 

 

 

Veleno nelle gole
di Simona Barba e Gisella Orsini
Luglio 2016
pp. 114
ISBN 9788897028345
RCE – Riccardo Condò Editore
euro 13,00

 

 

 

 

 

 

Biografia delle autrici

 

Simona Barba, nata a Pescara nel 1967, ha compiuto studi classici e successivamente ha conseguito la Laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha perfezionato gli studi diplomandosi nella Scuola di Specializzazione Post Laurea in Restauro dei Beni Monumentali presso l’Università G. D’Annunzio di Pescara. È iscritta all’Ordine degli Architetti di Pescara.

Appassionata di arti visive, ha partecipato a varie esperienze di laboratori teatrali ed ha seguito due corsi di sceneggiatura tenuti da Franca De Angelis a Pescara. Ha pubblicato racconti brevi nelle raccolte EWWA. Si è classificata al quarto posto nel VII concorso letterario IdeaDonna, 2015. Premio speciale Verbania for Women, marzo 2016. È iscritta alla EWWA (European Writing Women Association). Attualmente è occupata nel settore automotive.

 

Gisella Orsini, nata a Ginevra (Svizzera) nel 1971, ha conseguito la Laurea in Filosofia presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti.
È stata atleta professionista, per l’atletica leggera, vestendo per 15 volte la maglia azzurra e vincendo due titoli italiani, specialità marcia 20km. Ha vinto il VII concorso letterario IdeaDonna nel 2015.

Si è classificata al terzo posto al XVIII Premio letterario nazionale Caro diario, Ortucchio 2016. È stata finalista presso il primo Concorso letterario CepagattiArte, nel 2015. Ha pubblicato racconti brevi nelle raccolte EWWA.
Ha partecipato a varie esperienze di laboratori teatrali ed ha seguito due corsi di sceneggiatura tenuti da Franca De Angelis a Pescara. Attualmente è occupata nelle Forze dell’ordine. È iscritta alla EWWA (European Writing Women Association).

 

Con il cuore, sempre Elisabetta Barbara De Sanctis cuore

Elisabetta Barbara De Sanctis firma