«Io ci sarò».
«Per sempre?».
«Per sempre».
«È un tempo lungo».
«No, è molto breve. Sempre è adesso e adesso è molto piccolo. È un soffio. A volte è solo una folata di vento».
Una grande storia d’amore
Oltre il buio il tuo respiro inizia così, con una promessa che Luca fa a Laura.
Non ci sarebbe nulla di strano, per sempre è un tempo che non pare mai sufficiente a due persone che si amano. Ma in questo romanzo nulla è come sembra e la logica si trova a doversi confrontare con l’irrazionale. Infatti, quando Luca pronuncia quelle parole, è in un letto di ospedale, in coma da due mesi in seguito a un incidente.
Ma nonostante il suo corpo sia in una asettica stanza, attaccato a delle macchine, ogni notte Luca raggiunge la sua Laura in quelli che sono sogni… O forse no.
Oltre il buio il tuo respiro è un romanzo rosa, ma non un romance, una storia in cui il protagonista indiscusso è l’Amore, colorato nelle sue infinite sfumature: rosa, il colore classico delle storie d’amore; rosso, perché gli incontri notturni tra Luca e Laura sono a volte teneri, ma spesso a tinte erotiche molto forti; azzurro, che è il colore che mi piace attribuire a quella parte inquadrabile come paranormal, perché ci si chiede fino alla fine se gli incontri notturni tra i due protagonisti siano reali od onirici; viola, che per quanto mi riguarda, è evocativo di dolore, dramma, sofferenza; e, infine, verde, come quella speranza che non abbandona mai Laura, anche nei momenti più difficili.
L’idea iniziale
L’idea per questo romanzo nasce in seguito alla pubblicazione di un racconto breve, Stanza 530, che ha avuto un discreto successo tra i lettori che mi contattavano sui social e mi chiedevano di saperne di più, ma soprattutto di poter conoscere meglio Luca, il protagonista maschile. Da parte mia l’idea c’era, però mancava di quel guizzo di originalità che chiedo sempre alle storie che decido di scrivere. (Nota: il racconto è disponibile gratuitamente su www.elisabettabarbaradesanctis.com nell’area riservata a cui è possibile accedere tramite una password che viene fornita quando ci si iscrive alla newsletter. Clicca qui per iscriverti alla mia newsletter mensile).
Poi un giorno ecco che Laura viene da me (ebbene sì, con i personaggi parlo e convivo per mesi, finché la loro storia non è completa) e mi dice singhiozzando: “Aiutami, Luca è in coma… Però viene da me ogni notte. Forse sto impazzendo”.
Potevo non aiutarla? Ho acceso il computer e ho cominciato a scrivere ciò che lei mi raccontava: il suo strazio, le sue giornate senza Luca, la speranza che si rinnovava ogni tonte nel sentirlo vicino… Forse eravamo in due ormai a essere matte, perché la storia l’ho vissuta con lei, con loro, visto che anche Luca ha iniziato a parlare con me, ma sempre in presenza di Laura!
La pubblicazione
Nel novembre 2015 ho pubblicato il romanzo da autrice indipendente e il titolo allora era Oltre il buio il tuo respiro. I risultati sono stati buoni e, lo confesso, inaspettati e per questo credo che questo romanzo avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Nel marzo 2017 poi è entrato nella collana Youfeel di Rizzoli con il titolo Il filo che ci unisce e qui la gioia è stata ancora una volta immensa.
Dopo un anno ho deciso, per svariati motivi, di pubblicare nuovamente il romanzo come autrice indipendente, in digitale e in cartaceo, e ho preferito tornare al titolo originale Oltre il buio il tuo respiro e alla cover che è stata tanto amata dai lettori e che la bravissima Elisabetta Baldan aveva realizzato in esclusiva per il mio romanzo.
Se ti ho incuriosito almeno un po’, allora ti invito a continuare la lettura di questo articolo: troverai i dati del libro, la trama, un piccolo estratto, il parere di alcuni lettori (eh sì, solo alcuni perché sono tanti!) con il link per leggere altre recensioni e il link per un estratto più corposo. Ma c’è anche la playlist con i brani di Luca e Laura, tutta da ascoltare mentre leggi il libro!
Una piccola nota: se sei una romantica sognatrice come me, Oltre il buio il tuo respiro è il libro perfetto per il periodo di Natale perché, come potrai leggere nell’estratto più avanti, il romanzo è ambientato proprio nel periodo che precede il Natale, quando chi amiamo non è vicino a noi e ci manca in maniera ancor più dolorosa che negli altri giorni, ma Natale è Natale e sperare nei miracoli è parte della magia…
Oltre il buio il tuo respiro
Titolo: Oltre il buio il tuo respiro
Autore: Elisabetta Barbara De Sanctis
Editore: Independently published
Genere: Narrativa rosa/erotico – Romanzo di formazione
Data di pubblicazione: 22 novembre 2015
Versione: cartaceo ed e-book
Prezzo: cartaceo € 11,45 – e-book € 2,99 in offerta lancio a € 0,99!!!
Pagine: ed. cartacea 200
ISBN: 978-1519449924
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Trama
La vita di Laura è perfetta: una laurea in tasca, un lavoro in un prestigioso studio di consulenza, Paola, l’amica dai tempi dell’università e Luca, il suo grande amore. Ma la vita è tutt’altro che perfetta. Così una mattina basta una piccola discussione, una scelta dettata dalle proprie paure, una parola sbagliata e dopo poche ore Laura si ritrova a vivere lo strazio di una vita senza Luca, che giace in coma a seguito di un incidente. Da quel momento Laura si trascina cercando di sopravvivere, appesa alla speranza che Luca possa svegliarsi; lotta contro tutto e contro tutti, ogni giorno, per difendere il suo amore, mentre i sensi di colpa la divorano. Un’unica certezza a cui aggrapparsi: la notte, la presenza di Luca nel loro letto, il suo respiro. Ovunque sia Luca infatti, ogni notte la cerca, si trovano, si amano, oltre ogni dubbio, al di là di ogni logica…
Per la presenza di alcune scene esplicite a contenuto erotico, la lettura è consigliata a un pubblico adulto.
Estratto
Laura rimase per qualche secondo dietro la porta senza aprirla. Poi inspirò profondamente, si stampò sul viso il sorriso più bello che riuscì a trovare, abbassò la maniglia ed entrò, richiudendo delicatamente la porta alle sue spalle.
«Buon giorno amore mio» e si chinò a baciare con dolcezza la fronte di Luca.
La stanza era asettica e spoglia, come può esserlo una stanza di ospedale, con l’odore di disinfettante che impregna anche le mura, un comodino, un piccolo tavolo di formica bianca e una sedia. A interrompere il silenzio solo il ronzio delle macchine cui era aggrappata la vita del suo ragazzo da due lunghi mesi.
Laura appoggiò sul tavolino le buste e i fiori che aveva preso al chiosco davanti all’ospedale, si avvicinò al letto e accarezzò il volto dell’uomo che amava per sentirne il calore e trarne la speranza che la teneva legata a lui e alla possibilità di un futuro per loro. Una speranza incerta, da quanto le ripetevano i medici che ogni volta, alle domande di Laura, finivano per sollevare le spalle e dire che non avevano certezze, che era una situazione difficile, che stavano iniziando la procedura di risveglio, che ogni caso può essere diverso e poi finivano sempre con lo snocciolare termini tecnici e statistiche che sapevano anche quelle di disinfettante, come tutto il resto in quel posto.
Di tutte quelle parole Laura aveva capito solo che non sapevano dirle nulla, che doveva aspettare e sperare, con la consapevolezza che Luca avrebbe potuto non svegliarsi più. Sperare e nient’altro.
Ma Luca non era ancora morto, questo contava, anche se era dura affrontare i giorni uno dopo l’altro in un limbo d’incertezza, i sensi sempre all’erta nel timore che potesse accadere l’irreparabile. Sì, le avevano detto che sarebbe potuto anche morire, ma si era affrettata a cancellare questa possibilità da quelle che era disposta a prendere in considerazione.
Luca non è morto e non permetterò che muoia pensò, come se bastasse la sua sola forza di volontà, senza accettare che questa era una variabile fuori dal suo controllo.
Pulì il vaso, lo riempì con le rose bianche e lo sistemò sul comodino. Luca le adorava e anche lei; ma era stato prima, adesso per lo più le odiava.
Se quella maledetta mattina non avessimo discusso per una sciocchezza… se quel maledetto pomeriggio Luca non fosse andato a prendermi le rose… se solo gli avessi detto quello che sento, invece di dare voce alle mie paure infantili…
Se, se, se.
Sempre gli stessi pensieri, senza sosta, anche quando credeva di pensare ad altro.
Un maledetto circolo vizioso. Un tunnel in fondo al quale sperava in ogni momento di intravedere una luce, anche un piccolo bagliore che la portasse all’uscita. Con Luca. Poteva sopportare tutto: il dolore, il rimorso, l’angoscia dell’attesa, tutto, purché non morisse la speranza che un giorno quella mano si sarebbe mossa e avrebbe afferrato la sua, che quelle palpebre si sarebbero sollevate, che quel sorriso sarebbe tornato a scaldarle il cuore.
Vuotò il contenuto delle buste e si accinse a dare a quella stanza un’aria natalizia, parlando ad alta voce con Luca, come se lui potesse sentirla.
«Ho preso l’albero bianco e le palline rosse, come piace a te. A casa ancora non l’ho messo, aspettavo che tornassi tu per aiutarmi. Te l’avevo detto l’anno scorso di non riporre le scatole sullo scaffale più alto del garage che io non ci arrivo, ma hai voluto fare di testa tua» e un singulto le spezzò la voce.
Gli voltò le spalle, aveva giurato a se stessa che in quella stanza non avrebbe pianto e non si sarebbe lasciata andare alla disperazione, mai. Aveva letto su Internet tante storie sui pazienti in coma e, quando aveva chiesto ai dottori, le avevano risposto che non c’era alcun fondamento scientifico in quello che aveva letto. Ma a lei non importava. C’erano storie di pazienti che si erano risvegliati con una musica, una voce o qualunque altro particolare della loro vita. Altri avevano raccontato che, anche se i loro cari non potevano saperlo, loro avevano visto e sentito ogni cosa intorno a loro.
Nel dubbio che quelle storie fossero vere, non lo avrebbe fatto soffrire con i suoi piagnistei. Se non tornava, era di certo perché non poteva e quando lo lasciava da solo, in quella stanza, si rifiutava di abbandonarlo in compagnia del profumo del dolore.
Scacciò un pensiero fastidioso: aveva letto anche di familiari che si erano consumati nell’attesa di un risveglio che non era mai arrivato, ma quelle storie le aveva cancellate dalla cronologia del computer e dalla memoria perché sapeva che Luca, il suo Luca, sarebbe tornato da lei e quello che lei poteva fare nel frattempo era non lasciarsi andare, restare aggrappata alla vita per entrambi.
Prese una pallina, ci infilò un gancetto e la appese su un ramo dell’albero affidandogli un desiderio. Era il suo divertimento preferito quando era piccola: ogni pallina un desiderio e a quel tempo l’albero era grande e di sfere colorate ne occorrevano parecchie, anche se mai abbastanza per i suoi tanti sogni. Adesso l’albero era piccolo e striminzito e le palline poche, ma aveva una sola speranza da affidare loro, sarebbero bastate.
Playlist
La parola ai lettori
Con una fiumana di parole ben assestata e calibrata, l’autrice catapulta il lettore nel mondo da lei creato, facendogli provare le emozioni di Laura che abilmente Elisabetta Barbara De Sanctis descrive minuziosamente in tutte le loro peculiarità, sommergendo chi legge di sentimenti suscitanti reazioni opposte, come se fossero soggette al movimento di un’altalena impazzita. (La Nicchia Letteraria Blog)
Con profondità e una scrittura toccante, questo romanzo è un viaggio tra le emozioni che solo una scrittrice dotata di grande sensibilità può farci fare.
Complimenti a Elisabetta per la delicatezza utilizzata nell’argomento trattato, e complimenti alla scrittura coinvolgente e profonda. (Pretty in Pink Blog)
L’intento dell’autrice era sicuramente quello di sottolineare come certi legami possono essere indissolubili e che, anche nelle situazioni più estreme, l’amore vero ne esce vincitore. (Love is in the Books Blog)
Un erotismo, come si vede, raccontato con una tale maestria e una tale delicatezza da rendere questo romanzo unico nel suo genere, anzi, si potrebbe quasi affermare che Il filo che ci unisce travalichi i generi per essere soltanto un bellissimo libro, da leggere tutto d’un fiato. (Mare di Inchiostro Blog)
Il filo che ci unisce è un esercizio impeccabile di scrittura. (Babette Brown Blog)
Un romanzo passionale che racconta la storia di un amore e delle sue difficoltà, perché amarsi significa anche non mollare mai, resistere agli affondi della vita, non darsi per vinti, essere forti anche quando tutto va storto, anche quando il mondo sembra remarci contro. (Toglietemi tutto, ma non i miei libri Blog)
Una storia che parla del potere dell’amore. (Palle di neve di Co. Blog)
Ma queste sono solo alcune, altre le trovi cliccando qui.
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